
Prof. Paolo Tranquilli Leali, Presidente della SIOT: “bisogna accogliere i rifugiati senza indugi: chi scappa dalla guerra va accolto senza se e senza ma”.
2 marzo 2022
Tutta l’Italia si è attivata per garantire assistenza alla popolazione ucraina in fuga dalla guerra ed anche la SIOT, assieme al Collegio Italiano dei Chirurghi, si allinea alla solida tradizione nazionale di solidarietà e promozione della pace, affermando la necessità di garantire il massimo supporto umanitario.
Per il Prof. Paolo Tranquilli Leali: “Occorre garantire la massima assistenza sanitaria alla grande massa di cittadini ucraini, quasi tutti donne e bambini, che stanno per arrivare nel nostro Paese; bisogna però farlo in un contesto di efficienza consapevole”.
In Ucraina la condizione sanitaria è molto diversa dal nostro paese con patologie e tipologie di germi antibiotico resistenti, specifiche: ad esempio la copertura vaccinale completa per il Covid-19 raggiunge il 34,5% contro l’89,32% del nostro Paese e l’incidenza della tubercolosi è di 10 casi per 100.000 in Italia contro 42,2 per 100.000 in Ucraina e di questi circa il 30% sono antibiotico resistenti (fonte: WHO).
“Se, come italiani, vogliamo essere realmente solidali e impegnarci per la salute dei rifugiati e dei nostri concittadini – sottolinea Tranquilli Leali – dobbiamo approntare un piano straordinario di vaccinazione e screening. Vanno contestualmente pianificati bene gli interventi assistenziali, individuando le urgenze ed “aggiungerle” a tutti i pazienti che, causa Covid, hanno dovuto rimandare prestazioni chirurgiche urgenti e trattamenti sanitari indifferibili”.
La Siot si mette a disposizione per aiutare nel coordinamento del trattamento delle patologie ortopediche e traumatologiche, indifferibili, dei rifugiati ucraini e mette a loro disposizione la mail ortopedico@siot.it, anche in lingua ucraina, per consiglio e supporto.
“L’avvento della guerra in Europa – conclude il Presidente della SIOT – ci pone drammaticamente davanti una nuova sfida che sapremo certamente affrontare e risolvere, a patto di confermare le capacità organizzative e sociali di cui abbiamo dato prova negli ultimi due anni”.