Padri dell’ortopedia: Alberto Gamba

Non era propriamente un ortopedico; e per la verità neanche un vero chirurgo. Ma quando ci fu da eleggere il primo presidente della Società Ortopedica Italiana – il 20 dicembre del 1891, a Milano – il suo nome venne accettato per acclamazione. Alberto Gamba era già alla soglia dei 70 anni, una sorta di istituzione a Torino per l’impegno che da sempre aveva profuso in campo sanitario e sociale.

22 settembre 2021

Padri dell’ortopedia: Alberto Gamba

Alberto Gamba (1822-1901), primo presidente della Società Ortopedica Italiana nel 1892.

Medico, igienista, docente, al titolo professionale si preferiva attribuirgli quello onorifico di commendatore, o più volentieri quello di barone, per nobiltà di origini, che evidentemente aveva trasmesso anche al suo animo.

La disciplina ortopedica sgambettava ancora nelle sue culle, costituite dagli istituti per bambini rachitici, che da un decennio erano sorti in varie città della Penisola. E Gamba era uno dei rappresentanti più in vista, essendo direttore sanitario dell’istituto torinese, nato dalla trasformazione della più antica scuola-asilo per rachitici. Se c’era bisogno di una figura carismatica per dare visibilità e prestigio alla novella associazione, la scelta si rivelò doverosa.

A Torino vi era nato (nel 1822) e aveva svolto per intero la sua attività, impersonando più ruoli ma inseguendo sempre un solo obiettivo: il pubblico bene. Animato da quello spirito risorgimentale che aveva trascinato gli italiani a unirsi in un unico stato – e che i piemontesi sentivano più di altri come una vera missione – Gamba si era lanciato fin dall’età giovanile in iniziative che avessero lo scopo di migliorare le condizioni fisiche della popolazione, e in particolare dell’età infantile. Per questo nobile intento si era fatto promotore della istituzione di ospizi marini, era stato tra i primi fondatori di colonie alpine, non aveva esitato ad assumere incarichi amministrativi, come quello di assessore municipale per l’igiene.

Pure in una città come Torino – destinata a essere elevata al rango di prima capitale del Regno – sussisteva un bassofondo di povertà, di carenze ambientali e nutrizionali; tutto questo nonostante il nascente sviluppo industriale, o forse proprio a causa di esso, della sua tendenza ad aumentare le disparità socio-economiche. Gamba aveva mostrato una particolare sensibilità al problema, e laddove il governo non era stato in grado di intervenire aveva cercato di provvedere con progetti filantropici, di cui sarebbe rimasta traccia durevole.

Il più importante si rivelò, per l’appunto, quello della scuola-asilo per bambini rachitici. Gamba li aveva osservati nei vicoli della città, costretti a vivere in luoghi umidi, poco esposti all’aria e alla luce, relegati a un divezzamento precoce e a una alimentazione incongrua. Questi infelici crescevano poco e male; la carenza di vitamina D rendeva molli i loro ossicini, facilmente soggetti così a deformarsi e a incurvarsi, e indeboliva l’intero organismo. Non avevano bisogno di un ospedale – ammesso che ce ne fosse qualcuno disposto ad accoglierli – ma di un ambiente più salutare a loro riservato, in cui vivere, studiare e giocare. La scuola-asilo, con annesso giardino d’infanzia, rappresentò la soluzione ideale.

Quello di Torino fu il primo in Italia, nel 1872. A fondarlo era stato il conte Ernesto Ricardi di Netro, eroico combattente nelle Guerre d’Indipendenza, ritiratosi a servire la patria nel campo dell’educazione. Alberto Gamba, che condivideva gli stessi sentimenti, ne era stato il principale promotore; e quando la scuola-asilo si era trasformata in istituto per rachitici, con l’aggiunta di una infermeria per le cure ortopediche specifiche, ne assunse la direzione. Nel 1887 era stata inaugurata la nuova sede di Corso Firenze, estesa in un’area di 5 mila metri quadri, capace di ospitare 160 bambini, con cinque infermerie, palestra, piscina, e una camera operatoria a disposizione del primario chirurgo, Valentino Oliva.

Quando Gamba venne acclamato come primo presidente della Società Ortopedica Italiana, l’Istituto dei Rachitici di Torino – al pari di quello di Milano –  aveva assunto una posizione di grande prestigio nel panorama nazionale, dove peraltro l’esempio era stato seguito da diverse altre città (Genova, Bergamo, Cremona, Mantova, Padova, Palermo, Verona, Bologna). Erano queste, come abbiamo detto, le culle dell’emergente disciplina ortopedica, i primi embrioni di quegli istituti che presto avrebbero aperto le porte a tutte le patologie scheletriche, non solo al rachitismo, e a tutte le fasce di età, non solo ai bambini.

Il barone Gamba non poté partecipare, in veste di presidente, al primo congresso della Società, che si tenne sempre ai Rachitici di Milano, nell’aprile del 1892. Fece gli onori di casa, invece, nella successiva edizione, che si tenne nel maggio del 1893 a Torino, proprio nell’istituto da lui diretto, seppure non rivestisse più la carica di presidente della Società, e nemmeno quella di presidente di congresso. Ebbe comunque l’onore di guidare i soci convenuti alla visita dello stabilimento, ancora odorante di nuovo nei locali e di moderno nelle attrezzature; e soprattutto la fierezza di fare assistere a una seduta di ginnastica da parte dei bambini della scuola, all’interno della grande e ben equipaggiata palestra.

La ginnastica rappresentava per Gamba una modalità di trattamento indispensabile, e più in generale una forma irrinunciabile di educazione fisica e morale. Era stata da sempre la sua passione, quasi una fede. All’età di 18 anni, infatti, aveva fatto parte di quel primo nucleo che si occupava di fare esercitare gli studenti universitari nel Parco del Valentino. A 22 anni, nel 1844, era stato tra i fondatori della gloriosa Società Ginnastica Torino. Ginnastica che lui si sforzò, tra i primi in Italia, a sviluppare su basi scientifiche, divulgandola poi attraverso convegni, dimostrazioni, pubblicazioni (“Questioni Ginnastiche”), in cui precisava i principi e illustrava gli esercizi. L’affermarsi dell’educazione fisica – sosteneva – avrebbe avvicinato l’Italia a paesi più progrediti come la Germania o la Svezia.

Alberto Gamba morì a 81 anni, nel 1901. Non fece in tempo a vedere intitolato il suo Istituto dei Rachitici alla regina Maria Adelaide, intestazione rimasta scolpita nei secoli. E non fece in tempo neanche a presenziare ad altri congressi della Società, perché dopo quella seconda edizione di Torino, del 1893, l’attività congressuale subì un lungo stop, tornando in scena soltanto nel 1906, di nuovo a Milano.

Una apparizione fugace la sua, ma il fatto di essere stato il primo presidente della Società pone ancora oggi la sua figura – che i contemporanei definivano “signorilmente composta, alta la persona, con lo sguardo penetrante e carezzevole” – in primo piano nella galleria dei padri dell’ortopedia italiana.

(a cura di Nunzio Spina – Archivio Storico SIOT) 


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