
La tematica sarà affrontata il 10 novembre 2022. Nel frattempo, la redazione di SIOT News ha intervistato il Presidente della SIAGASCOT, Dott. Giovanni Di Giacomo; il responsabile Traumatologia dello Sport del Campus Biomedico di Roma, Prof. Umile Giuseppe Longo; il past president della SICSeG, Prof. Stefano Gumina
3 novembre 2022
Traumi legati allo svolgimento di attività sportive svolte da atleti professionisti. L’argomento sarà affrontato in occasione di una delle tavole rotonde organizzate dalla SIOT e inserite nel programma del 105esimo congresso che si svolgerà a Roma dal 10 al 12 novembre prossimo, al Rome Cavalieri Waldorf Astoria.
Qui il programma completo del Congresso SIOT 2022.
L’appuntamento con l’approfondimento sulla diagnosi e cura dei traumi da sport è per giovedì 10 novembre, dalle 14:00 alle 15:00.
Nell’attesa, la giornalista Stefania De Cristofaro della redazione di SIOT News ha intervistato tre esperti.
Giovanni Di Giacomo
“La traumatologia sportiva oggi è fondamentale sia nel trattamento delle lesioni che nella prevenzione”, dice il Dott. Giovanni Di Giacomo, presidente della Società Italiana Ginocchio, Artroscopia, Sport, Cartilagine, Tecnologie Ortopediche (S.I.A.G.A.S.C.O.T.), responsabile del reparto di Ortopedia e Traumatologia presso il Concordia Hospital di Roma. Dal 1995 il dottor Di Giacomo è responsabile medico degli atleti per l’ATP (Associazione Tennisti Professionisti), per la WTA (Women’s Tennis Association) durante gli Internazionali d’Italia al Foro Italico di Roma e per il Nitto ATP Finals 2021 al PALA ALPITOUR di Torino. “La medicina ortopedica applicata allo sport, negli ultimi dieci anni, oltre ad aver migliorato il trattamento conservativo e chirurgico delle lesioni, grazie a una serie di studi di biomeccanica ed eziopatogenesi, ha capito come si creano alcune lesioni e quindi è in grado di prevenirle”, spiega.
“Per gli sport traumatici, la prevenzione ha un ruolo relativo. Se per esempio, si gioca a rugby e ci si rompe la clavicola, c’è poco da fare. Diverso, invece, il caso in cui si tratti di sport in cui non c’è il contatto fisico, come il tennis e il padel: in questi casi difficilmente ci sono lesioni di ordine traumatico. Ci sono lesioni che in gergo chiamiamo micro-traumatiche, ossia piccoli traumi spesso subliminali nel senso che non superano la soglia del dolore e che, sommati nel tempo, possano portare ad una lesione anatomica”, prosegue. “Con riferimento al tennis e più in generale agli sport da lancio, spesso le piccole lesioni, sotto forma di sovraccarichi tendinei, in particolare a carico della cuffia dei rotatori, sono dovuti a gesti atletici non perfetti dal punto di vista biomeccanico”, sottolinea. “La spalla è un anello di una catena cinetica e questo vuol dire che per fare un servizio o un diritto o un rovescio, non si usa solo la spalla, ma si ruotano i piedi e in tal modo si trasferisce l’energia dal basso verso l’alto. Si parla di tecnica ideale che è sport specifica in gesto specifico. Di conseguenza, se non si ha una buona tecnica, la spalla compensa i deficit di movimento e forza che, negli anni, si traduce in un sovraccarico funzionale e in stress sui tendini e in lesione tendinee. Nell’ambito dell’APT, con diversi ricercatori abbiamo individuato le correzioni biomeccaniche nel lancio, per evitare il sovraccarico della spalla”, aggiunge.
“Per le lesioni traumatiche, come le lussazioni di spalla, le fratture della clavicola o dell’omero, i risultati sul piano del ritorno allo sport sono eccellenti e possono superare anche il 90%, quando invece trattiamo le lesioni tendinee l’intervento può non riportare al livello precedente e questo accade quando è stata curata la lesione, ma non i meccanismi che l’hanno determinata nel corso del tempo. È come nel caso di un’auto che non ha convergenza ed equilibratura e si consumano le ruote. Se si cambiano le ruote, ma non si interviene sulla convergenza e sulla equilibratura, è possibile che dopo un anno, si renda necessario tornare dal meccanico”, conclude il Dott. Giovanni Di Giacomo.
Umile Giuseppe Longo
“I traumi dello sport possono essere da contatto e senza contatto in base al tipo di attività che viene svolta e possono interessare maggiormente gli arti inferiori o superiori. Sono costretti a fare i conti con traumi alle gambe soprattutto i calciatori”, spiega il Responsabile della Traumatologia dello sport del Campus Biomedico di Roma, il professor Umile Giuseppe Longo.
“Immaginando una competizione importante, come ad esempio una Champions League, in un anno, in media, è possibile avere intorno alle 20 lesioni muscolari complessive in una squadra, immaginando un gruppo di 30 calciatori”, prosegue. “Altre lesioni più frequenti sono quelle che interessano i legamenti crociati anteriori che si verificano quando l’atleta ha il carico su un unico ginocchio. Questo può accadere quando atterra da un salto oppure fa una rotazione e perde il controllo del ginocchio. Possono esserci, inoltre, lesioni legamentose della caviglia, quelle meniscali del ginocchio e lussazioni di spalla”, va avanti.
“Per le lesioni complete c’è la chirurgica, per quelle di basso grado è possibile ricorrere anche alla fisioterapia, mentre per quelle di tipo muscolare il trattamento è di tipo conservativo”, aggiunge.
Possono incorrere in lesioni anche gli sportivi non professionisti, gli amanti della corsa, dell’attività svolta all’aperto o in palestra. Possono avere lesioni di over uso e questo accade, per esempio, quando si inizia a correre: sono frequenti quelle al tendine d’Achille, quando non si corre in maniera adeguata o con scarpe non adatte, oppure lesioni della cuffia dei rotatori perché si eseguono gli esercizi in maniera scorretta. E’ possibile, inoltre, che ci siano lesioni da artrosi all’anca a cui è esposto chi fa arti marziali e lesioni al ginocchio e al menisco, frequenti in chi vuole fare maratone e si prepara in maniera errata”, dice.
“Chi svolge attività sportiva in maniera amatoriale farebbe bene a farsi seguire da un personal trainer, soprattutto nelle prime fasi, per impostare gli esercizi in modo corretto. Quando poi si acquista confidenza nell’esecuzione degli esercizi, si può procedere in maniera autonoma. E’ meglio evitare di fare i guerrieri del week-end”, conclude il Prof. Umile Giuseppe Longo.
Stefano Gumina
“I traumi agli arti superiore sono frequenti quando si praticano sport da contatto o di lancio. “Molto frequente è la lussazione della spalla”, dice il Prof. Stefano Gumina, Professore Ordinario di Ortopedia e Traumatologia all’Università La Sapienza di Roma, past president della Società italiana di chirurgia di spalla e gomito (SICSeG). “Accade negli sport da contatto, come nel caso del calcio, del basket, del rugby perché, in caso di caduta, si mette l’arto superiore a difesa in modo tale da attutirla”, spiega. “Ci sono anche gli sport di lancio, come il tennis, il volley, il baseball, la pallamano. Le conseguenze più gravi sono legate al fatto che la spalla può rimanere instabile e in questi casi, alla minima sollecitazione, fuoriesce per cui si rende necessario l’intervento chirurgico per stabilizzarla. In media trascorrono sei mesi per la ripresa dell’attività sportivo dopo un intervento chirurgico di questo tipo”, conclude il Prof. Stefano Gumina.
(intervista a cura di: Comunicazione Sanitaria)